Ho speso ore a fotografare, ma ogni foto è un fallimento rispetto alla semplice esperienza di essere qui.
Qui, sul trono delle Ande, con il Cimoraso e la sua indefinibile pesantezza di seimila metri a fianco.
Cammino, forse è la perfezione architettonica delle montagne -il vasto patrimonio di colori accostati con intensità sinfonica- ma sto bene.
Le popolazioni indigene vanno guardate negli occhi, toccando piano le mani sporche di terra, fieno e buoi. Se si riesce a vedere al di là della durezza, si può comprendere che ti rispettano senza giudizio e che hanno una forza morale ed una dignità elevate. Fisicamente sono forti, resistono al lavoro durissimo a più di tremila metri.
Esperanza era solo poco un rumore sino a pochi anni fa, quando le prime strade sono state costruite. Si incontrano solitudini di cani senza padrone e polpacci sottilissimi di bambine cariche di legna. I sentieri sono ripidi e di fango, e fanno pensare chiunque prima di percorrerli.
Non lascio più che niente mi perturbi, niente mi spaventi, tutto passa; il cuore è un posto in cui ci piove dentro.
Alcune storie mi ricordano che il potere delle buone idee e la forza che in esse risiede, fa perseverare contro ogni ostacolo.
Amo gli eroi.
Soundtrack: Battiato